PALMITOILETANOLAMIDE PER IL DOLORE CRONICO
PALMITOILETANOLAMIDE PER IL DOLORE CRONICO
La palmitoiletanolamide è una sostanza dotata di importanti
proprietà antinfiammatorie e può essere utile come trattamento per il dolore cronico.
PALMITOILETANOLAMIDE (PEA) PER IL DOLORE CRONICO:
Che cosa è la palmitoiletanolamide?
La palmitoiletanolamide è stata isolata per la prima volta nel 1957 ed estratta dal tuorlo d’uovo, dalla lecitina di soia e dall’olio di arachidi; solo nel 1965 venne identificata anche nei tessuti dei mammiferi come un componente endogeno.
Dal punto di vista strutturale la palmitoiletanolamide è una N-aciletanolammina, ovvero un composto costituito da una molecola di anandamide (AEA o arachidonoiletanolammide) che è un ligando dei recettori dei cannabinoidi, e una molecola di oleoiletanolamide (OEA), un agonista dei recettori attivati da proliferatori perossisomiali di tipo alfa.
Intorno agli anni 70 la comunità scientifica si focalizzò sulla palmitoiletanolamide poiché questa sostanza si dimostrò efficace come agente analgesico e antiinfiammatorio. In letteratura troviamo moltissimi studi clinici su questa molecola per un totale di oltre 5000 pazienti arruolati.
Tuttavia, come giustamente sottolineano alcuni articoli scientifici, la palmitoiletanolamide, seppur estremamente efficace nella gestione del dolore neuropatico, è in genere poco conosciuta nell’ambito sanitario.
PALMITOILETANOLAMIDE (PEA) PER IL DOLORE CRONICO
Il dolore muscoloscheletrico e il dolore neuropatico cronico colpiscono in larga misura la popolazione adulta e in particolar modo quella anziana.
Secondo l’American Pain Society la prevalenza del dolore cronico negli Stati Uniti è di circa il 35% e riguarda principalmente:
- Dolore infiammatorio cronico derivato da lesioni ai tessuti (es. artrosi, artrite reumatoide)
- Dolore neuropatico causato da lesioni (es. compressione di un nervo) o malattie che colpiscono il sistema somatosensoriale (es. diabete, herpes zoster, fibromialgia)
In Europa si stima che la prevalenza del dolore cronico nella popolazione adulta sia compresa tra il 16% e il 46%; quindi circa 80 milioni di europei sono colpiti da questo tipo di patologia.
PALMITOILETANOLAMIDE NELLA GESTIONE DEL DOLORE CRONICO
I principali studi clinici sulla palmitoiletanolamide considerano l’utilizzo di dosi giornaliere comprese tra 300 mg e 1200 mg per un periodo che varia, in media, da 8 a 12 settimane.
In quasi tutti gli studi si riporta che la somministrazione orale di palmitoiletanolamide è associata ad una riduzione significativa del dolore con un buon effetto analgesico ed un miglioramento della qualità della vita.
Sebbene siano necessari studi clinici più robusti e svolti su un numero molto più elevato di pazienti, si ritiene che la palmitoiletanolamide sia potenzialmente efficace per il trattamento del dolore cronico quando assunta per almeno 4 settimane.
In letteratura sono presenti alcune revisioni sistemiche e meta-analisi che giustamente mettono in luce alcuni problemi sulle ricerche condotte nel corso degli anni.
Ad oggi non è chiaro quali siano i dosaggi ottimali nella terapia del dolore con la palmitoiletanolamide e non è chiaro nemmeno quali siano le reali indicazioni terapeutiche, ovvero se la PEA è attiva su qualsiasi tipo di dolore cronico oppure sia più specifica per una determinata categoria di malattie.
In linea generale la palmitoiletanolamide potrebbe comunque essere efficace per:
- Sindrome del tunnel carpale
- Lombalgia e lombosciatalgia
- Cefalea
- Fibromialgia
- Dolore pelvico da endometriosi
- Dolore neuropatico nel diabete
- Artrite reumatoide
- Osteoartrosi
PALMITOILETANOLAMIDE (PEA) PER IL DOLORE CRONICO: Lombalgia e sciatalgia
Il dolore neuropatico nella lombalgia o nella lombosciatalgia cronica è un evento molto invalidante e rappresenta una delle condizioni dolorose più frequenti nella pratica clinica; infatti la prevalenza ne corso della vita è stimata intorno al 70%.
In uno studio clinico la palmitoiletanolamide alla dose di 600 mg al giorno sembra essere molto efficace nella gestione del dolore da lombalgia e sciatalgia.
DOLORE CRONICO: PALMITOILETANOLAMIDE + ESTRATTO DI EQUISETO
Inoltre un recente lavoro scientifico in vitro ha valutato positivamente l’associazione tra palmitoiletanolamide ed estratto di equiseto (titolato al 10% in silice) per favorire ulteriormente la riduzione del dolore neuropatico. Secondo i dati raccolti, l’equiseto sembra migliorare il profilo antinfiammatorio della palmitoiletanolamide. Purtroppo non ci sono studi clinici sull’uomo, tuttavia l’equiseto è una pianta medicinale usata tradizionalmente per il trattamento del dolore; negli studi sperimentali su modello animale, l’estratto di equiseto si è dimostrato efficace come agente antinfiammatorio e analgesico.
PALMITOILETANOLAMIDE (PEA) PER IL DOLORE CRONICO:
Dolore pelvico da endometriosi
Uno studio pilota in aperto condotto su 30 donne con diagnosi laparoscopica di endometriosi ha dimostrato che l’assunzione orale per 90 giorni di palmitoiletanolamide micronizzata (400 mg/die) assiciata alla polidatina (40 mg/die) porta ad una riduzione dei dolori pelvici ed un miglioramento della qualità della vita.
Naturalmente questo è uno studio preliminare ma sarebbe molto interessante che le ricerche si concentrassero sulla Pea per il trattamento dei sintomi dell’endometriosi.
PALMITOILETANOLAMIDE (PEA) PER IL DOLORE CRONICO:
Quale è la migliore forma per l'assorbimento orale?
La palmitoiletanolamide è un composto lipofilo e quindi ha una scarsa solubilità in acqua e un ridotto assorbimento per somministrazione orale. Per migliorare la biodisponibilità sistemica di questa molecola è preferibile utilizzare delle forme micronizzate, ovvero particelle molto piccole di palmitoiletanolamide.
In commercio esistono forme a diversi gradi di micronizzazione, tuttavia non sono state rilevate differenze statisticamente significative tra queste formule a livello di efficacia clinica.
Il grado di micronizzazione non è quindi importante, quello che conta è che la PEA sia in forma micronizzata.
PALMITOILETANOLAMIDE (PEA) PER IL DOLORE CRONICO:
Sicurezza e controindicazioni
La palmitoiletanolamide è considerata una molecola sicura e di norma non provoca effetti collaterali.
La palmitoiletanolamide non è mutagena e non è nemmeno genotossica.
La somministrazione orale fino a 1000 mg/die per 14 giorni non causa nessuna tossicità acuta.
Non si rilevano inoltre effetti avversi nemmeno dopo 90 giorni di somministrazione orale con dosi variabili da 250 mg a 1000 mg al giorno.
Questi dati sono estremamente importanti in quando dimostrano che la PEA è una molecola sicura e potrebbe essere utilizzata con successo per il trattamento del dolore cronico.
PALMITOILETANOLAMIDE (PEA) INTEGRATORE
Il Ministero della Salute ha inserito la palmitoiletanolamide tra le sostanze ammesse negli integratori alimentari. Tuttavia ad oggi non sono stati identificati effetti fisiologici e dosaggi per questa sostanza.
Dal punto di vista normativo, la palmitoiletanolamide negli integratori alimentari non può vantare claim di nessun tipo.
La palmitoiletanolamide non agisce solo sul dolore cronico ma è potenzialmente efficace anche in altre patologie. Scopri di più guardando il video ed iscrivendoti al canale per rimanere sempre aggiornato.

DOTT. MICHELE MOGGIO
Laurea Specialistica in Farmacia
Master in Naturopatia e Terapie Complementari
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Palmitoiletanolamide per il dolore cronico
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