Dal punto di vista biochimico esistono in natura differenti forme della vitamina liposolubile D: la D1, la D2, la D3, la D4 e la D5. Tuttavia nell’organismo umano le principali vitamine D, derivate dalla molecola del colesterolo, sono rappresentate dalla D2 (ergocalciferolo) e dalla D3 (colecalciferolo).
In generale la vitamina D può essere assorbita attraverso l’alimentazione oppure essere prodotta per sintesi endogena. Gli alimenti che contengono la vitamina D sono pochi; quantità apprezzabili si riscontrano nei pesci di mare, nell’olio di fegato di pesce e nelle uova. Latte, derivati del latte e carne contengono solo minime percentuali di questa importante vitamina di origine animale.
FABBISOGNO GIORNALIERO
Il fabbisogno giornaliero varia a seconda dell’età, del sesso e delle condizioni cliniche del paziente:
- Per i lattanti si consigliano 10-25 μg/die
- Per i bambini 10 μg/die
- Per i maschi fino a 50 anni 5-10 μg/die
- Per i maschi oltre i 50 anni 10 μg/die.
- Per le femmine di età compresa tra 11 e 17 anni 5-15 μg/die
- Per le femmine fino a 50 anni 5-10 μg/die
- Per le femmine oltre i 50 anni 10 μg/die.
- In gravidanza o in allattamento si consigliano 10 μg/die
- Gli individui di età superiore ai 70 anni dovrebbero assumere 15 μg/die di vitamina D.
- I livelli massimi di assunzione sono fissati per i bambini di età inferiore ad 1 anno a 25 μg/die, per i bambini di età superiore ad 1 anno e per gli adulti a 50 μg/die.
Purtroppo il fabbisogno giornaliero non sempre può essere assicurato dalla produzione endogena; infatti in Europa si stima che oltre il 50% della popolazione sia carente.
La vitamina D, per essere convertita nella sua forma attiva, necessita dell’esposizione ai raggi solari in quanto viene metabolizzata in vitamina D3 solo a livello cutaneo. E’ quindi necessario che l’individuo si esponga alla luce solare per un periodo ottimale; 10-15 minuti di esposizione solare permettono di immagazzinare dalle 3000 alle 20000 UI di vitamina D (40 UI = 1,03 μg di ergocalciferolo).
La vitamina D introdotta con l’alimentazione viene assorbita lentamente durante il transito intestinale, raggiungendo il picco plasmatico dopo 12 ore. Nel sangue la vitamina D si lega ad una proteina plasmatica denominata DBP (vitamin-D binding protein); il complesso vitamina D-DBP viene veicolato al fegato e successivamente convertito in 25-idrossi vitamina D.
RUOLO BIOLOGICO DELLA VITAMINA D
Il ruolo biologico di questa importante vitamina è molteplice ed in parte ancora sconosciuto. Fino ad oggi si è scoperto che la vitamina D prende parte a numerosi processi fisiologici: omeostasi del calcio e del fosforo, regolazione del sistema immunitario, regolazione della secrezione di insulina, regolazione della crescita e della differenziazione cellulare, buon mantenimento del tessuto nervoso e cardiocircolatorio.
Una carenza di vitamina D è associata a molte patologie del sistema scheletrico (es. osteoporosi, osteomalacia, rachitismo, ecc.) ed immunitario (es. psoriasi); inoltre alcuni studi scientifici hanno dimostrato che la carenza di vitamina D sia uno dei fattori scatenanti la depressione e l’aumento del rischio dello sviluppo di tumori.
TOSSICOLOGIA
Dal punto di vista tossicologico dosi elevate di vitamina D possono provocare ipercalcemia, vomito, calcificazione dei tessuti molli e sarcoidosi; si consiglia l’assunzione sotto controllo specialistico ed una valutazione periodica della vitamina D presente nel sangue.
INTEGRAZIONE ALIMENTARE
Il Ministero della Salute ha fissato come limite di apporto massimo giornaliero negli integratori alimentari la dose di 50 microgrammi di vitamina D
Dott. Michele Moggio
Laurea Specialistica in Farmacia
Master in Naturopatia e Terapie Complementari
Bibliografia
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Sassi, F.; Tamone, C.; D’Amelio, P. Vitamin D: Nutrient, Hormone, and Immunomodulator. Nutrients 2018, 10, 1656. https://doi.org/10.3390/nu10111656
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