COSMETICA

GANODERMA LUCIDUM: DALLA FITOTERAPIA ALLA CHIMICA DEI PRODOTTI COSMETICI E DERMATOLOGICI

Il Ganoderma lucidum (Ling zhi o Reishi) è un fungo saprofita che cresce spontaneo sul tronco degli alberi di quercia, di castagno oppure di olivo.

Dal punto di vista farmacologico, si ritiene che i più importanti costituenti chimici siano situati nelle spore, nel corpo del fungo e nel micelio. Il Ganoderma contiene principalmente composti triterpenici (es. acidi ganoderici, lucialdeidi A-C), polisaccaridi (beta-glucano), proteine (Lz-8, ecc.), mannitolo ed in misura minore alcaloidi. In fitoterapia viene consigliato per le sue potenziali proprietà antimicrobiche, immunomodulanti, antinfiammatorie ed antitumorali.

Alcuni recenti studi clinici su modello animale hanno dimostrato che i polisaccaridi del Ganoderma lucidum possono favorire il meccanismo di guarigione delle ferite cutanee. L’applicazione topica di un estratto acquoso di Ganoderma ha determinato un aumento statisticamente significativo della vitalità dei fibroblasti cutanei, aumentando la sintesi del peptide-C-terminale del procollagene di tipo I (CICP) e sovra regolando l’espressione del fattore di crescita trasformante-β1 (TGF-β1) e della β-catenina.

I tassi di guarigione delle ferite con uso topico di estratto di Ganoderma erano significativamente più alti e i tempi di recupero nettamente inferiori.

Se applicato localmente a seguito di un danno (es. ferita, ustione, ecc.), il Ganoderma lucidum esercita effetti antinfiammatori diminuendo i livelli di alcuni marker come la glicoproteina CD 4, la CD8 e la CD45. Riduce inoltre la sintesi e la liberazione dell’interleuchina 6 (IL-6), dell’interleuchina 1β (IL-1β) e del tumor necrosis factor alfa (TNF-α). Il Ganoderma lucidum favorisce la riepitelizzazione cutanea poiché inibisce la liberazione dell’interleuchina 4 (IL-4) e 10 (IL-10), le quali sono imputate di ritardare la riparazione dei tessuti lesionati. Infine sembra regolare l’espressione dell’interleuchina 17° (IL-17A) e dell’interferone µ (IFN-µ), incrementando la formazione di collagene e il processo di angiogenesi nell’area danneggiata.

L’effetto lenitivo a livello topico del Ganoderma lucidum può essere utile per favorire la riepitelizzazione cutanea e la guarigione delle ferite.

Le reali applicazioni cosmetiche di questo fungo sono ad oggi per la maggior parte sconosciute. Si è scoperto che l’estratto di Ganoderma può migliorare lo spessore della pelle, incrementando la sintesi di proteine e migliorando i livelli circolanti di superossido dismutasi, ma solo su modello animale. Un altro studio clinico in vitro ha dimostrato che l’estratto è capace di inibire l’espressione della metalloproteasi 1 (MMP-1) indotta dalla radiazione UVB ed aumentare la sintesi di procollagene. Sembra inoltre che il Ganoderma eserciti un’azione soppressiva sulla sintesi della melanina poiché inibisce in vitro sia l’espressione genica che l’attività della tirosinasi cellulare; inoltre riduce l’espressione della proteina-1 correlata alla tirosinasi (TRP-1), della TRP-2 e del fattore di trascrizione associato alla microftalmia (MITF).

Sebbene siano necessari ulteriori studi clinici randomizzati e controllati con placebo su volontari umani, il Ganoderma lucidum potrebbe rivelarsi un interessante fattore antiage da impiegare nel campo cosmetico per favorire il recupero della pelle infiammata, spenta o invecchiata precocemente e per ridurre l’aspetto delle discromie cutanee e del fotoinvecchiamento.

Dott. Michele Moggio
Dott. Michele Moggio

Laurea Specialistica in Farmacia
Master in Naturopatia e Terapie Complementari

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *